Cosa è CIPA

La nascita del CIPA si colloca in un periodo nel quale l’ambiente comincia ad avere una sua centralità nelle agende politiche dei paesi europei.
Alla fine degli anni 60, infatti si afferma una nuova sensibilità che ebbe il merito di fare conoscere all’opinione pubblica le emergenti questioni legate all’ambiente. 

Sono gli anni del “new environmentalism” in cui un ambientalismo di tipo elitario, volto alla conservazione del paesaggio, è soppiantato da uno di massa che si interroga sui danni provocati dalle attività antropiche.

Questa fase segna l’inizio di una evoluzione legislativa nuova. In Italia, la prima legge organica sull’inquinamento dell’aria risale al 1966, la n. 615, che per prima mette su carta una definizione di inquinamento atmosferico: “Lo stato dell’aria atmosferica conseguente alla immissione nella stessa di sostanze di qualsiasi natura in misura e condizioni tali da alterare la salubrità dell’aria e da costituire pregiudizio diretto o indiretto per la salute dei cittadini o danno ai beni pubblici o privati”.
Successivamente si svilupperà la regolamentazione della normativa sulla qualità dell’aria, con norme della Comunità Europea, (direttive C.E. nr 779/80, 884/82, 360/84 e 203/85) accorpate e convertite nel D.P.R. 203/88, che per la prima volta prevede dei valori limite di accettabilità. Verso la fine degli anni 80 (1987), l’OMS pubblica le prime linee guida sulla qualità dell’aria per l’Europa, basate sulla conoscenza dei rapporti causa/effetto e sull’individuazione della concentrazione di effetto nullo sull’uomo. L’intento ovviamente fu quello di aiutare i governi e la società civile a ridurre l’esposizione umana all’inquinamento atmosferico e con essa i suoi effetti negativi.

A partire da quell’anno, dette linee guida, costituiranno la base per le future normative europee e nazionali. Anche nel nostro polo petrolchimico, di pari passo venne applicata la sempre più stringente normativa. Questo processo si avvio sia nel settore pubblico sia in quello privato. Fin dai primi anni 70, ad esempio, all’interno del consiglio aziendale della Montedison si costituì la prima commissione ambiente del polo industriale aretuseo. Nel settembre del 1974 nasce a Siracusa, presso la sede di Assindustria Siracusa, il C.I.P.A. (Consorzio Industriale per la Protezione dell’Ambiente), una rete di monitoraggio per il controllo della qualità dell’aria.

Il CIPA è concepito come un’associazione di servizi ambientali, senza scopo di lucro, finanziata dalle realtà industriali del petrolchimico di Siracusa, con quote proporzionali alla loro produttività nel territorio. Dall’anno di fondazione del primo impianto del petrolchimico aretuseo, nel 1949, fino all’inizio degli anni 60, la politica locale sul controllo della qualità dell’aria fu marginale e, come detto prima, cominciò a prendere piede solo dopo la seconda metà degli anni 60, con le prime normative in materia.
La Montedison, l’Isab e l’Enel, provvedono a rilevare autonomamente, attraverso una rete di stazioni fisse e mobili, la presenza di anidride solforosa. Si rileva, invece, l’assenza della rete di rilevamento dell’amministrazione provinciale prescritta della legge che inizierà la sua attività a partire dagli anni 80”1”.

Nel 79, il consulente “Caparezza”, della nascente rete di monitoraggio della Provincia, lamentava come sul territorio industriale operassero diverse reti di rilevamento del tutto scoordinate tra loro e come gli evidenti livelli di inquinamento dell’aria fossero malamente rilevati2. Problema che verrà affrontato negli anni 80 e formalizzato nel 1991, con il Decreto Regionale n. 1131, in cui si stabilisce che le reti pubbliche e private presenti nella zona, debbano interconnettersi secondo le modalità stabilite dalla rete provincia[1]le. Si trattava all’epoca di tre reti, presenti nell’area industriale, ENEL, CIPA e PROVIN[1]CIA, e del loro continuo scambio dei dati in tempo reale.

In quel periodo inoltre vennero messi a punto dei cosiddetti livelli di intervento e delle soglie orarie riferite a SO2, NO2 e NMHC in presenza di O3 e condizioni di stabilità meteorologica che ne avrebbero determinato l’attivazione. Più tardi negli ani 90 con Il decreto, D.A. 888 del 18 novembre del 1993, vennero apportate delle modifiche alle norme di comportamento per la limitazione delle emissioni delle sostanze nocive nell’area industriale di Siracusa.

Ancora oggi si tratta di livelli di intervento, previsti per ogni singola realtà produttiva coinvolta. 17 anni fa con l’ultimo decreto regionale venne disciplinata la rete interconnessa; si trattò del D.A. del 14 giugno 2006 che abrogò i precedenti e fece un elenco del[1]le stazioni della rete interconnessa individuando 12 stazioni CIPA, 10 stazioni ARPA E LCC e 7 stazioni ENEL.
Sostanzialmente tutte le leggi hanno sempre menzionato l’importanza di una rete pubblica / privata nella quale la prima controlla la seconda in conformità con l’attuale art 5 comma 7 del D.lgs. 155/2010 che si esercita sulla base di appositi protocolli approvati dalle regioni e dalle province autonome o, in caso di delega, dalle agenzie regionali e deve prevedere una continua supervisione su tutte le modalità di gestione della stazione e di raccolta, trattamento e validazione dei dati”.
L’allegato I, D.8 del D.A. del 14 giugno 2006 prevede una supervisione dell’ARPA – Siracusa, per una verifica del corretto funzionamento degli analizzatori, attraverso un intercalibrazione multipunto, da effettuarsi con periodicità annuale. È prevista inoltre l’istituzione di un gruppo tecnico di validazione per ottimizzare il sistema di validazione dei dati e valutare la conformità delle strumentazioni con la normativa vigente.

[1] Air quality guidelines for Europe. Copenhagen, World Health Organization Regional Office for Europe, 1987 (WHO Regional Publications, European Series, No. 23).
[2] Maiorca S. Siracusa dalla industrializzazione allo sviluppo autonomo, Assindustria Siracusa, 2001.
[3] Adorno Salvatore. L’inquinamento dell’aria e dell’acqua nel polo petrolchimico di Augusta – Siracusa nella seconda metà degli anni Settanta. I FRUTTI DI DEMETRA Bollettino di storia e ambiente n. 15, 2007,Cnr-Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo Reti, controlli e indagini ambientali

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